Le lenti attraverso cui Italiani e stranieri guardano all’Italia sono grandi e spesse e rendono un’immagine distorta e, in qualche modo, teatrale.
La distorsione può essere sia positiva, sia negativa. Può mostrare una nazione che sa come godersi la vita, sorridere di se stessa, sa mangiar bene e guidare magnifiche automobili. Ma c’è il rovescio della medaglia, la nazione della mafia, la nazione dove “non funziona nulla”, dove il governo è dedito a derubare le persone, dove gli evasori fiscali si lamentano - mentre vanno in spiaggia - di quante tasse devono pagare.
Nessuna di queste immagini rappresenta la realtà, solo una parodia di essa. Esaminate i dati. Secondo la più recente ricerca di Mediobanca, in Italia c’è un “Capitalismo di quarta generazione”, con un tasso di crescita dell’export del 6% negli ultimi 10 anni (11% nel 2007). Le industrie interesate sono diventate multinazionali, e rappresentano il 33% del nostro sistema produttivo.
L’Italia ha perso posizione nel commercio in termini di volume, ma non di valore. Abbiamo iniziato ad esportare prodotti di maggior valore, con qualità superiore, maggiore ricerca ed innovazione. Eciò non si riferisce solo alla moda, al vino ed all’arredamento, ma anche ad elicotteri, navi da crociera, motociclette, componenti automobilistiche e macchinari ad alta tecnologia.
Inoltre, mai come oggi sono stati catturati tanti latitanti di mafia. I notiziari trasmettono sempre più notizie di reazioni della socità civile contro il crimine orgnizzato, di imprenditori che denunciano pratiche di taglieggio, e di riconoscimento che per la prima volta “il Governo è di nuovo con noi.”
Ancora il Servizio Sanitario Nazionale è classificato al secondo posto al mondo da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E la percentuale di disoccupazione si è dimezata nell’ultimo decennio.
Guardare solo ai problemi è un’abitudine alquanto antica. Quando Firenze e Venezia conquistavano il mondo, l’Italia si presentava al mondo attraverso le predicazioni di Savonarola su “Anticristo, flagello, la peste e la morte”, mentre Lodovico Ariosto scriveva di immaginarie dame e cavalieri in scintillanti armature.
Io non voglio travisare le cose: L’Italia non sta vivendo un nuovo rinascimento. Abbiamo a che fare con nuovi criminali e nuovi crimini. Il nostro Euro “vale” molto meno a Roma rispetto a New York. Ma oggi, come ieri, la realtà è moto diversa da come noi stessi la rappresentiamo. Sarebbe buona cosa fare a meno di quelle lenti distorcenti. Soprattutto - e qui mi rivolgo ai iei compatrioti italiani - continuando a lamentarci della nostra salute, potermmo ritrovarci ben più malati di quanto effetivamente siamo oggi.